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Cadetia chionantha

Ripartiamo con l’articolo dedicato a una splendida miniatura che ho preso un anno fa da Equatorial Plants. Il mio esemplare non ha ancora raggiunto le dimensioni di quello spettacolo nella foto di Marni (Marni Turkel ® http://marniturkel.com/ ), che tra l’altro avrà probabilmente una decina d’anni, ma comunque sta crescendo bene. :)

Questa specie è endemica della Nuova Guinea. Si trova nei boschi montani crescendo sui tronchi / rami ricoperti di muschi vari ad un’altitudine di 1300-2400 metri. È simpodiale, ogni pseudobulbo porta una foglia di 1-3 cm in lunghezza.

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Di cosa è composta un’orchidea

Le orchidee sono composte da:

– radici;

– fusto con foglie;

– fiori.

 Tutti questi elementi sono indispensabili per la crescita e riproduzione di orchidee, e tutti hanno le loro particolarità in paragone con quelli di altre piante, grazie ad un incredibile meccanismo di adattamento che hanno le orchidee.

Le radici

A seconda del substrato sul quale crescono, le orchidee si suddividono in quattro gruppi:

– orchidee epifite: crescono sugli alberi. Le loro radici si appiccicano alla corteccia (ma non ci entrano dentro, le orchidee non sono piante parassite e non si nutrono degli alberi su quali crescono!) e le danno sostegno,

– orchidee litofite: crescono sulle rocce. Sono uguali al gruppo precedente, ma al posto di alberi hanno rocce e sassi,

– orchidee semi-terrestri: crescono sui detriti organici (foglie e rami caduti, erba secca, etc)

– orchidee terrestri: crescono nella terra.

Le radici di orchidee epifite / litofite sono molto diverse da quelle di orchidee semi-terrestri / terrestri. Sono composte da cinque strati, come si vede nella foto.

Radice

1. Velamen. È uno strato superficiale permeabile, che permette alla pianta di assorbire l’acqua sia dall’atmosfera, sia dal contatto diretto con le gocce. È composto da cellule morte e vuote, e la sua funzione assomiglia a quella di una spugna: al contatto con l’umidità le membrane delle sue cellule si gonfiano e assorbono l’acqua, che poi fanno passare tramite i capillari verso gli strati interni della radice. Lo spessore del velamen dipende dalla specie: in alcune può arrivare a 17-19 cellule, in altre è molto sottile, 3-6 cellule.

Velamen

2. Esoderma. Ha due tipi di cellule: lunghe e corte. Quelle corte fanno passare l’acqua all’interno.

3. Corteccia. La corteccia radicale di orchidee epifite / litofite contiene i cloroplasti che conducono la fotosintesi. Quando la radice, se umida, assume la colorazione verde, è perché i cloroplasti cominciano ad intravedersi.

4. Endoderma. È uno strato costituito da cellule con proprietà impermeabili, responsabile del controllo di sostanze e fluidi che entrano nel cilindro centrale. È indispensabile per evitare che il sistema di conduzione venga invaso da liquidi eccessivi o non appropriati.

5. Cilindro centrale. Porta sostanze nutritive alle foglie e fiori.

Le radici di orchidee semi-terrestri / terrestri sono caratterizzati da uno strato sottilissimo del velamen (1 cellula), dalla presenza dei peli radicali che assorbono l’acqua e i nutrimenti dal substrato, e dall’assenza dei cloroplasti all’interno della radice (quindi non conducono la fotosintesi).

 

Le foglie

A seconda del tipo di crescita del fusto, un’orchidea può essere:

– monopodiale: ha il fusto centrale, dal cui apice crescono durante tutta la loro vita. Le foglie si formano alternativamente su entrambi i lati del fusto. Questo tipo di crescita è tipico delle Phalaenopsis, le Vande, le Aerangis, ecc,

– simpodiale: il suo ciclo vegetale consiste nella formazione di vegetazione nuova dalla base di quella precedente. I getti nuovi, che si chiamano pseudobulbi, maturano, fioriscono e poi danno vita ai nuovi getti generandoli dalla propria base. Le Dendrobium, le Paphiopedilum, le Masdevallie, ecc., crescono in questo modo.

Crescita

Mentre tante specie di orchidee sono piante sempreverdi, alcune sono decidue, ed ogni autunno perdono le foglie. È importante sapere che tipo di sviluppo e di ciclo vegetale hanno le specie del nostro interesse, per poter giudicare bene sul benessere delle piante.

 

I fiori

I fiori di orchidee sono gli organi centrali di riproduzione: dopo l’impollinazione si trasformano in capsule piene di semi, che si aprono appena raggiunte la maturità. Sulla foto si può vedere di cosa è composto un fiore di orchidea.

Phal_flower

Naturalmente, con più di 30000 specie di orchidee, c’è una grande variazione per quanto riguarda le forme e le dimensioni dei fiori; ma gli elementi dei fiori sono sempre quelli: può solo variare il loro numero, la loro forma e la loro posizione.

Dendrobium del tipo nobile

Tutte le Dendrobium ibride (esclusi gli ibridi primari, cioè quelli ottenuti tramite l’ibridazione tra una specie botanica e un’altra) appartengono a due categorie: Dendrobium del tipo nobile (quelle a base della dendrobium nobile) e Dendrobium del tipo phalaenopsis (a base della Dendrobium bigibbum, conosciuta anche come Dendrobium phalaenopsis). Le differenze sono principalmente nel numero di foglie e nel modo di formazione di steli floreali. Le Dendrobium del tipo nobile hanno le foglie lungo tutta la canna (lo pseudobulbo), mentre quelle del tipo phalaenopsis hanno le foglie concentrate nella parte superiore della canna. Anche gli steli floreali seguono lo stesso principio: le Dendrobium phalaenopsis producono gli steli dalla punta delle canne, mentre le Dendrobium nobile li generano da tutti i nodi lungo la canna. Il gruppo Dendrobium nobile è molto vario, al suo interno si trovano gli ibridi che contengono le percentuali molto diverse della Dendrobium nobile botanica, e quindi hanno diverse necessità. Comunque, ci sono alcuni consigli specifici che ci aiuteranno a capire come coltivare queste stupende orchidee.

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Dendrobium del tipo phalaenopsis

Dendrobium_phalaenopsisAttualmente esistono moltissimi ibridi creati sulla base della Dendrobium biggibum (syn. phalaenopsis). La Dendrobium gibbibum è molto più conosciuta come la Dendrobium phalaenopsis, e per questo motivo i suoi ibridi appartengono al gruppo che si chiama “Dendrobium del tipo phalaenopsis”. Il gruppo è molto vario per quanto riguarda l’aspetto, le dimensioni, i colori, etc.: al suo interno si trovano gli ibridi che sono molto diversi gli uni dagli altri. Comunque tutti loro hanno bisogno di condizioni simili per crescere bene e fiorire, e che saranno descritte in questo articolo.

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Cattleya aclandiae

Cattleya_aclandiae1È una bellissima specie brasiliana, endemica dello stato brasiliano di Bahia. Ha le dimensioni molto contenute (al massimo arriva a 20 cm in altezza) ed è adattissima ai coltivatori che non dispongono di molto spazio per la sua collezione. In natura cresce nelle zone costali costantemente esposte alle brezze dall’oceano, ad un’altitudine di 100-400 metri. I suoi fiori sono non solo belli ma anche profumati.

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Pleione limprichtii

Pleione_limprichtiiÈ una delle Pleioni più resistenti al freddo; per un breve periodo sopporta le temperature fino a -2°C (ma è sempre meglio non rischiare e non sottoporla a questo stress). Proveniene dalla provincia di Sichuan, Cina, dove cresce nelle zone montuose ad un’altitudine di 2000-2500 metri. È di facile coltivazione, ed è un vero gioiello per ogni collezione.

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Psychopsis papilio

psychopsis_papilioÈ una specie sudamericana, particolarmente nota per il suo fiore grande e della forma insolita e graziosa. I paesi originari sono il Trinidad, la Venezuela, il Perù, la Colombia e l’Ecuador. Cresce come epifita sugli alberi nei boschi densi e alti di mezza-montagna ad un’altitudine di 800-1200 metri. Essendo simpodiale, ogni stagione produce i pseudobulbi nuovi che fioriranno nella prossima stagione.

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Cymbidium atropurpureum

Questa imponente specie è originaria del sud-est asiatico, nello specifico della Thailandia, della Malaysia, di Sumatra, del Borneo e delle Filippine. Cresce ad un’altitudine di 10-1200 metri come un’orchidea terrestre (con le radici che vanno negli accumuli delle foglie e rametti sulla terra) oppure litofita (appiccicandosi alle rocce e penetrando le spaccature della superficie). È una delle Cymbidium di facile coltivazione e non presenta nessuna difficoltà.

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Paphiopedilum sukhakulii

È una Paphiopedilum davvero particolare: il suo fiore arriva ad avere 14 cm di larghezza, mentre le dimensioni della pianta sono molto contenute: le sue foglie hanno solo fino a 13 cm di lunghezza. È endemica del Phu Luang, la zona montuosa della Tailandia nord-orientale, dove cresce ad un’altitudine di 240-1000 metri. Come tutte le altre Paphiopedilum, questa specie è un’orchidea simpodiale semi-terrestre; nel suo habitat naturale cresce sulla (ma non nella) terra sotto gli alberi, spesso lungo i fiumi.

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Aerangis verdickii

La Aerangis verdickii è una specie monopodiale africana, proveniente da Angola, Zaire, Ruanda, Mozambico, Tanzania, Zimbabwe, Sud Africa, Malawi e Zambia. Cresce in alto sugli alberi nei boschi, abbastanza esposta alla luce; in natura occasionalmente si trova anche sulle rocce, ma in coltivazione non è litofita. Come quelli di tutte le specie del genere Aerangis, i suoi graziosi fiori bianchi hanno gli speroni lunghi, che contengono il nettare, e sono profumati.

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