Archivi categoria: Tecniche di coltivazione

Ora di rinvasare!

Foto 03Ora è il periodo perfetto per i rinvasi, perciò è sempre utile sapere dove ci possiamo procurare i materiali vari per effettuare i trapianti nel miglior modo possibile. Qui proverò ad elencare le cose che servono per un rinvaso e i link sui quali si possono trovare.

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Perlite

PerliteOggi parliamo di un componente molto importante di substrati: la perlite. La perlite è ottenuta dalla roccia vulcanica sottoposta a vari processi termici, che ne provocano l’espansione. Come risultato si ottengono chicchi leggeri e fragili, ideali per far parte dei substrati per tutte le piante. La perlite è un materiale inerte (non modifica le reazioni chimiche all’interno del substrato) e minerale (non contiene particelle organiche).

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Corteccia

CortecciaTutti sappiamo che la corteccia di pino è il componente principale di quasi tutti i substrati impiegati per le orchidee epifite e semi-terrestri. È il materiale ideale per garantire l’accesso dell’aria alle radici delle piante. Ma non sempre sappiamo le particolarità di questo materiale e come bisogna sceglierlo per ottenere i risultati migliori nella coltivazione.

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Sfagno

SphagnumÈ arrivato il periodo di trapianti delle nostre orchidee, ed è un buon momento per parlare dei substrati. 🙂 Oggi diamo attenzione allo sfagno, che da tempo si utilizza come uno dei substrati principali nel campo dell’orchidofilia. Lo sfagno (Sphagnum) è un muschio molto lungo e leggero, che cresce nelle paludi. Preferisce i climi temperati, con giorni e notti fresche, perciò in Italia si trova solo in alcune zone di montagna.

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Come creare un angolo da serra fredda

Oggi diamo il benvenuto a Riccardo, il nuovo collaboratore di Orchidofili Italia, che condividerà le sue esperienze uniche per quanto riguarda il fai da te e la coltivazione di alcune specie veramente rare e particolari. La sua passione per le orchidee è nata nel 2008, quando ha acquistato la sua prima… e da lì non ha mai smesso! Come tutti noi, è stato travolto dal fascino e carattere di queste meravigliose piante, che si fanno subito spazio nei nostri cuori appena cominciamo ad avvicinare il loro mondo. 🙂 Adesso Riccardo ha una grandissima collezione, con più di 150 specie botaniche, ed ha costruito un certo numero di orchidari e impianti vari per la cura di orchidee. Nell’articolo di oggi vi racconterà come ha realizzato una serra fredda sfruttando un angolo della sua casa. 🙂 Riccardo, a te!

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Trapianto Cypripedium

Cypri_formosanum_vasoQuando le Cypripedium vengono coltivate in vaso, ci tocca di rinvasarle quasi ogni anno, perché date le condizioni giuste si moltiplicano abbastanza velocemente. Trapiantare le Cypripedium è abbastanza facile; le difficoltà arrivano quando c’è bisogno di dividerle. 🙂 Ho appena effettuato questo intervento delicato alla mia Cypripedium formosanum, e qui ne faccio una descrizione con un po’ di foto per illustrarlo.

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Illuminazione a tubi led

Quando arriva l’autunno e le giornate cominciano ad accorciarsi a vista d’occhio, gli orchidofili si ritrovano con la necessità di pensare a qualche sistema alternativo di illuminazione, per compensare alle proprie piante la mancanza della luce naturale. Non è un capriccio: molte specie patiscono il nostro inverno buio e rallentano / arrestano la crescita, diventando più deboli e stressate. In questo articolo parliamo di un sistema fai da te molto semplice, che impiega relativamente pochi materiali ed è adatto a qualsiasi davanzale.

Si tratta di una plafoniera a tubi led. Mentre non è un problema trovarla in vendita (ad esempio, io ho preso le mie qui: http://www.tecno-eshop.it/categoria-Tubi_LED-154.html ), la domanda è: come fissarla sopra le piante? Ovviamente possono esserci tante idee, ma quello che è venuto in mente a mio marito e me, è questo:

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Come togliere i keiki dalle Dendrobium

Il video di oggi, girato a cura del OrchidTalk Orchid Forum, dimostra come si tolgono i keiki dalle piante di Dendrobium. Prima però parliamo di cosa sono i keiki. E’ il termine con cui si chiamano le nuove crescite sulle orchidee del genere Dendrobium, che, al posto di svilupparsi dalla base della pianta madre, partono dalla sua punta. Questo fenomeno è spesso dovuto al fatto che la pianta madre non gradisce molto le condizioni del substrato e con questo metodo prova a collocare i propri “figli” più lontano possibile dall’ambiente che ritiene inadatto. Ma non è sempre vero: alle volte la formazione dei keiki viene stimolata dall’eccesso di nutrienti, e l’orchidea forma getti nuovi sia dalla sua base, sia dalla sua punta.

Ora guardiamo il video.

La Dendrobium che vediamo ha formato due keiki maturi, i quali stanno già dando vita a nuove crescite. Le loro radici sono molto ben sviluppate, e la separazione dalla pianta madre non li danneggerà in alcun modo. Un keiki si può togliere quando le sue radici arrivano a 5 cm in lunghezza, perché se sono più corte, c’è il rischio che non potranno ancora sostenere il keiki senza l’aiuto dalla pianta madre.

I passi per dividere un keiki dalla pianta madre:

1. Inumidire bene le radici del keiki per farle diventare morbide e più flessibili. In questo modo si minimizzeranno i rischi durante la piantagione.

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Il rinvaso della Phalaenopsis

Il seguente video è stato girato dal Sig. Alfredo Riboni, e dimostra come si effettua il rinvaso di una Phalaenopsis.

I passi per trapiantare una Phalaenopsis sono:

1. Togliere la pianta dal vaso.

2. Pulirla dal substrato vecchio.

3. Togliere le radici morte.

4. Collocarla nel vaso nuovo. Il vaso deve essere trasparente. Anche se nel video sentite che non è così importante, in realtà lo è; perché solo grazie alla trasparenza del vaso possiamo vedere lo stato delle radici e del substrato e notare gli eventuali problemi appena appaiono, non quando è già troppo tardi.

5. Riempire il vaso di substrato.

6. NON BAGNARE. In pratica l’orchidea ha patito delle ferite durante il trapianto (sono state tagliate alcune radici), e devono chiudersi un po’. Bagnando il substrato facciamo rilasciare alcune sostanze, e dato che non è sterile, alcuni batteri possono tranquillamente entrare nelle ferite fresche, contagiando la pianta. La soluzione è di scegliere per il trapianto un momento quando le radici dell’orchidea non si sono ancora completamente asciugate dopo la bagnatura precedente, cioè, sono ancora un po’ (ma proprio un po’) umidicce. Così non ci sarà bisogno di bagnare immediatamente la pianta, e si può effettuare una bagnatura il giorno successivo, quando le ferite si sono già chiuse. Dopo il trapianto si inumidisce la parte superiore del substrato con un vaporizzatore. Questo innalzerà l’umidità intorno alla pianta, aiutandola a superare lo stress dell’intervento.

Se durante l’intervento sono state tagliate molte radici (più del 40%), l’orchidea avrà bisogno di un certo periodo per generarne nuove e cominciare a riempire il vaso, quindi le bagnature classiche saranno non solo poco efficaci, ma anche pericolose perché porteranno all’eccesso di umidità e quindi al marciume delle radici che per ora sono rimaste intatte. Durante questo periodo di adattamento (un mese, come ha specificato il Sig. Riboni, ma anche due), le bagnature dovranno essere sostituite dalle spruzzature quotidiane del substrato per far entrare solo la quantità di acqua giusta per inumidire la parte “attiva” del substrato, cioè, la parte in cui ci sono le radici dell’orchidea.

7. Collocare la pianta nel suo ambiente abituale.

8. Dopo un mese (o anche due) si può ricominciare con le concimazioni. Personalmente consiglio di utilizzare le dosi più piccole di quella che si vede nel video, al massimo 1/2 della dose indicata sul flacone del concime. Prima di concimare l’orchidea bisogna bagnarla: il velamen (il tessuto esterno che circonda le radici delle orchidee), essendo asciutto, non riesce ad assorbire i minerali immediatamente, e il loro contato prolungato con le cellule dell’epidermide porta alle bruciature sulle radici. Se invece il contatto avviene sul velamen già bagnato, questo assorbe subito le sostanze minerali del concime, e quindi non si posa sulla “pelle” della nostra pianta.

Come mettere a riposo un’orchidea

Per molte specie il periodo di riposo non è solo l’unica stimolazione della loro fioritura, ma anche l’elemento chiave per il loro benessere, senza di cui la pianta deperisce nel giro di pochi anni. Il periodo di riposo segue quello della crescita, e avviene durante i mesi invernali, quando nell’habitat delle orchidee le condizioni non sono favorevoli. In questo articolo analizzeremo cosa succede in natura, come vengono influenzate le orchidee, e come prepararle per il riposo.

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