Trapianto Cypripedium
Quando le Cypripedium vengono coltivate in vaso, ci tocca di rinvasarle quasi ogni anno, perché date le condizioni giuste si moltiplicano abbastanza velocemente. Trapiantare le Cypripedium è abbastanza facile; le difficoltà arrivano quando c’è bisogno di dividerle. 🙂 Ho appena effettuato questo intervento delicato alla mia Cypripedium formosanum, e qui ne faccio una descrizione con un po’ di foto per illustrarlo.
Il periodo adatto per rinvasare le Cypripedium è fine inverno / inizio primavera, quando l’orchidea comincia a mostrare i segni di crescita. Per primo dobbiamo procurarci il substrato giusto. Ogni specie delle Cypripedium ha le sue preferenze per quanto riguarda il substrato, ma una cosa certa per tutte loro è che la parte inorganica (perlite, vermiculite, pietra lavica) deve costituire almeno il 60% della miscela. Il resto viene composto da fibre e torba estratte dal substrato commerciale per le orchidee. Paradossalmente, il substrato commerciale (cioè, quello che si compra già pronto) per le orchidee, è completamente inadatto per coltivare le orchidee epifite o semi-terrestri a causa della presenza elevata di materiale fibroso che soffoca le loro radici. Però è proprio quello che va perfettamente per le Cypripedium. Si eliminano i pezzi di corteccia più grandi (che superano 1,5 cm) e si utilizza tutto il resto. La parte organica della miscela deve avere questo aspetto:
Mescolata alla perlite e alla vermiculite, deve essere più o meno così:
Attenzione: il substrato preparato per il rinvaso non deve mai essere bagnato, ma solo leggermente umido. Le radici della Cypripedium sicuramente riporteranno qualche ferita durante l’intervento, perciò per i prossimi 2 giorni l’orchidea dovrà rimanere in condizioni piuttosto asciutte, per evitare il marciume radicale.
La seconda cosa che dobbiamo preparare è un vaso di cotto. Le Cypripedium non superano l’estate nel nostro clima se sono tenute nei vasi di plastica, poiché non amano assolutamente il caldo alle radici (i vasi di plastica si surriscaldano troppo). Più spesse sono le pareti del vaso, meglio è. Si prende un vaso abbastanza largo, per permettere alla pianta di sviluppare i getti nuovi con la distanza sufficiente tra di loro (8-20 cm, dipende dalla specie). Le radici della maggior parte delle Cypripedium (salvo alcune eccezioni tipo la Cypripedium lichiangense) non vanno molto profondamente, quindi il vaso non deve necessariamente essere molto profondo. La profondità minima è di 30 cm.
Adesso iniziamo con il rinvaso. Il panetto con i getti nuovi e tutte le radici si toglie molto accuratamente dal vaso vecchio, e man mano si pulisce dalla terra vecchia finché ci si riesce.
Se la divisione non è prevista, il panetto si trasferisce semplicemente nel substrato fresco, e il procedimento finisce qui.
Se invece c’è una necessità di dividere la pianta (è troppo grande), bisogna pulire il panetto dal substrato vecchio per vedere bene i rizoma che collegano i getti. Il modo migliore per farlo è far sciogliere la terra nell’acqua, facendo attenzione a non bagnare dei getti verdi. Quando i rizoma si intravedono, bisogna tagliarli per dividere l’ammasso dell’orchidea lasciando come minimo un internodo per divisione. Un internodo è composto da un getto giovane con tutte le sue radici e il suo genitore (lo stelo vecchio ormai secco) con tutte le sue radici, che sono collegati tra di loro.
Questo collegamento non si taglia, perché il getto giovane non riuscirà a sopravvivere da solo, senza le radici dello stelo che l’ha prodotto. Comunque io suggerisco di lasciare almeno 4 getti giovani (con i loro genitori) collegati tra di loro per divisione. Un gruppo così supererà l’intervento con il minimo stress, mentre per un solo internodo ci sono meno possibilità di sopravvivere.
Avendo diviso la pianta, iniziamo a metterla nel vaso. I primi 4-5 cm del fondo del vaso si riempiono con il lapillo o altra pietra lavica e perlite.
Poi si mettono 2-3 cm del substrato preparato, poi l’orchidea, e il vaso si riempie con il resto del substrato per arrivare fino a 2 cm sotto le basi dei getti.
Il resto si copre con la perlite pura: in questo modo si evita il contatto dei getti con il materiale organico che potrebbe provocare i loro marciumi.
Voilà. 🙂 Adesso il vaso si rimette nella sua consueta posizione. L’orchidea non dovrà essere bagnata per i prossimi 2 giorni (per 1 giorno, se la divisione contiene un solo internodo).
Diverse specie delle Cypripedium reagiscono diversamente al trapianto. Alcune non lo notano quasi, altre perdono una stagione della fioritura adattandosi alle condizioni nuove. Inoltre, la velocità e la facilità dell’adattamento dipende anche dalla dimensione delle divisioni fatte. Se la divisione consiste di un solo internodo, è probabile che il getto giovane non fiorirà questo anno.
Pubblicato il 1 febbraio 2015, in Orchidee terrestri, Tecniche di coltivazione con tag cypripedium, divisione, internodo, substrato, trapianto. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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