Come togliere i keiki dalle Dendrobium
Il video di oggi, girato a cura del OrchidTalk Orchid Forum, dimostra come si tolgono i keiki dalle piante di Dendrobium. Prima però parliamo di cosa sono i keiki. E’ il termine con cui si chiamano le nuove crescite sulle orchidee del genere Dendrobium, che, al posto di svilupparsi dalla base della pianta madre, partono dalla sua punta. Questo fenomeno è spesso dovuto al fatto che la pianta madre non gradisce molto le condizioni del substrato e con questo metodo prova a collocare i propri “figli” più lontano possibile dall’ambiente che ritiene inadatto. Ma non è sempre vero: alle volte la formazione dei keiki viene stimolata dall’eccesso di nutrienti, e l’orchidea forma getti nuovi sia dalla sua base, sia dalla sua punta.
Ora guardiamo il video.
La Dendrobium che vediamo ha formato due keiki maturi, i quali stanno già dando vita a nuove crescite. Le loro radici sono molto ben sviluppate, e la separazione dalla pianta madre non li danneggerà in alcun modo. Un keiki si può togliere quando le sue radici arrivano a 5 cm in lunghezza, perché se sono più corte, c’è il rischio che non potranno ancora sostenere il keiki senza l’aiuto dalla pianta madre.
I passi per dividere un keiki dalla pianta madre:
1. Inumidire bene le radici del keiki per farle diventare morbide e più flessibili. In questo modo si minimizzeranno i rischi durante la piantagione.
2. Togliere il keiki, spingendolo molto delicatamente su e giù per staccarlo dalla canna madre.
3. Piantare il keiki. Le Dendrobium non amano i vasi grandi, preferiscono essere collocate nei vasi che sono molto più piccoli di quelli che avremmo pensato per loro viste le loro dimensioni. Consiglio strettamente di utilizzare i vasi trasparenti, perché così possiamo identificare subito eventuali problemi al substrato o alle radici. Come substrato, nel video si utilizza una miscela complessa di corteccia, perlite, pietre laviche, carbone vegetale e scaglie di noci di cocco (per fare un substrato MOLTO ben drenante), ma in pratica si può tranquillamente utilizzare la corteccia di dimensioni medio-grandi (4-5 cm) e la perlite nella proporzione 2:1. Un trucco molto astuto è di mettere un po’ di pietre laviche sul fondo del vaso: così sarà più pesante e la pianta, crescendo, non lo farà capottare. Il presentatore aggiunge che le Dendrobium amano che il substrato sia molto fitto intorno alle radici, ma nelle mie osservazioni non è sempre vero, anzi, se il substrato viene messo troppo fitto, può comunque bloccare l’aria, nonostante sia molto ben drenante.
È buona pratica inumidire bene la corteccia prima della piantagione: diventa più morbida e il suo contatto con le radici durante la procedura è più “soffice”.
4. Legare il keiki appena piantato ad un supporto per evitare che cada fuori dal vaso, non essendo ancora attecchito al substrato. Il filo che usiamo per legarlo deve essere di plastica o di qualche soffice fibra sintetica, e non deve strizzare la pianta.
5. Scrivere la data del trapianto su un cartellino per i futuri riferimenti. Una pratica molto utile, che ci permetterà di ricordare quando abbiamo fatto il trapianto, e non rifarlo troppo presto o troppo tardi. Le Dendrobium in genere si rinvasano ogni 1.5-2 anni.
6. Collocare il vaso con il keiki piantato nel suo posto permanente. Fine. 🙂
Pubblicato il 13 Maggio 2014, in Tecniche di coltivazione, Video con tag Dendrobium, keiki. Aggiungi il permalink ai segnalibri. 6 commenti.
Ciao, ho un dendrobium con due piccole piantine alla base… cosa devo fare? le separo? forse non ho capito bene cosa vuol dire keiki, non erano quelli che crescevano lungo lo stelo?
Grazie in anticipo 😉 😉
Ciao! 🙂
No, se crescono dalla base devono essere lasciate così: è un modo totalmente naturale in cui si moltiplicano le Dendrobium (e altre orchi simpodiali). Quando un esemplare diventa grande (tante canne), si potrebbe farne delle divisioni, lasciando sempre almeno 3 canne per divisione. I keiki invece sono le piantine che crescono lungo la canna, come giustamente hai detto tu. 🙂
Ciao,
ho appena staccato, seguendo i vostri suggerimenti, due keiki belli grandi dal dendrobium di mia madre e li ho piantati 🌱
Mia madre ha comprato la pianta in fiore, probabilmente in primavera, e lha tenuta tutta l’estate in balcone, parzialmente al sole e innaffiata in abbondanza. È ancora lì, ma da un mesetto qui a Roma siamo passati dai 35 ai 20 gradi di giorno e la notte fa 12-15 gradi, inoltre sono iniziate le piogge. A questo punto pensavamo di lasciare la pianta ancora fuori, diminuendo se possibile l’esposizione alla pioggia, e se facesse più freddo (quanto?) di ritirarla in veranda (a casa mia 😅) lasciandola a secco. Per i keiki invece, come devo comportarmi? Possono stare in balcone, o in veranda, o è meglio farli assestare un po’? Per l’acqua e la luce come mi regolo? Non mi è chiaro se si deve seguire anche per i keiki l’alternanza secco-umido che vale per le piante adulte.
Grazie in anticipo a chi vorrà darmi qualche consiglio 😉
Ciao Federica, grazie del tuo commento. 🙂 Innanzitutto, è la Dendro tipo phalaenopsis (lo stelo floreale parte dalla punta dello pseudobulbo) o tipo nobile (fiori lungo tutto lo pseudobulbo)? Le Dendro phalaenopsis ibride sono più da temperature intermedio calde e stanno bene nell’arco di +16-30°C. Le Dendro nobile sono più da fresco e per loro vanno bene +10-28°C. Adesso che le piogge sono frequenti e fa più fresco, bisogna assolutamente riparare la pianta dalle piogge perché le radici potrebbero marcire (con le temperature basse l’orchidea non evapora molto e le radici non assorbono molto). Per quanto riguarda i keiki, se hanno una massa sufficiente delle radici si trattano come la pianta madre. Se ne hanno poche o corte (tipo meno di 5cm in lunghezza), li terrei al di sopra di +16°C. 🙂 Spero che la mia risposta ti sia d’aiuto! Fammi sapere 🙂
Grazie Katerina 👍☺️
Il dendrobium è di tipo nobile e come mi hai suggerito non lo lascerò ancora all’esterno. Mi ponevo il dubbio perché avevo letto che la pianta aveva bisogno di alternare un periodo caldo e umido (l’estate ora passata) con uno fresco e secco, ma luminosissimo (l’autunno – inverno che sta arrivando) per poter fiorire. Le possibilità che ho sono metterlo per l’inverno vicino a una finestra che da’ a est in un bagno riscaldato (ma con il termosifone abbastanza lontano dalla pianta) oppure nella verandina di casa mia, freddina e luminosissima ma con poco spazio (starebbe nientemeno che sulla lavatrice 🤣). Quale mi consigli?
I keiki sono abbastanza sviluppati, la parte aerea 20 cm di altezza e diverse radici di ca. 5 cm in media. Li sto tenendo in standby nell’ingresso di casa mia in attesa di capire dove metterli… Cosa mi consiglieresti, una stanza più luminosa ma riscaldata (anche se non in modo forte) o una mensola un po’ meno luminosa (ma comunque in un piano alto) ma non riscaldata? C’è anche la verandina fredda di cui ho scritto prima, ma forse sono troppo piccoli per stare lì? L’ultima cosa, quanto li devo annaffiare? Devono fare un periodo secco come la pianta madre o sono troppo piccoli?
Accidenti, ti sto chiedendo un sacco di cose 😅
Grazie mille per l’aiuto 🌺🌺🌺
Ciao Federica 🙂 Quando ho scritto le temp (10-28), intendevo le eventuali minime e massime. 🙂 Quindi puoi ancora tenere il nobile fuori finché la temp minima non scenda sotto i 10°C. 🙂 Attenzione solo a non avere la pianta fradicia d’acqua, il substrato deve essere ben umido ma non bagnato, specie se le temp diurne non superano i 20°C. Potrebbe iniziare a perdere delle foglie, è normale visto che è un’orchidea decidua, ma se gli pseudobulbi rimangono belli turgidi, la pianta è a posto. 🙂
Per i keiki, opterei per più luce (questa Dendro ama la luce e ha bisogno di alcune ore del sole diretto mattutino), così sviluppano le loro radici. Eviterei il periodo secco finché le radici non si raddoppino in lunghezza (cioè, la stagione successiva, immagino). Per le annaffiature, devono essere umide, vista la poca massa radicale ti consiglierei di bagnarli con lo spruzzino (che io uso addirittura con le orchidee adulte perché è comodo per rendere il substrato “umido ma non fradicio” 🙂 ) inumidendo generosamente il substrato. Poi osserva il loro comportamento nelle settimane successive e aggiusta i tuoi modi (o no, se le piante stanno bene e crescono) in corrispondenza a quello che vedi. 🙂