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Trapianto Cypripedium
Quando le Cypripedium vengono coltivate in vaso, ci tocca di rinvasarle quasi ogni anno, perché date le condizioni giuste si moltiplicano abbastanza velocemente. Trapiantare le Cypripedium è abbastanza facile; le difficoltà arrivano quando c’è bisogno di dividerle. 🙂 Ho appena effettuato questo intervento delicato alla mia Cypripedium formosanum, e qui ne faccio una descrizione con un po’ di foto per illustrarlo.
Il rinvaso della Phalaenopsis
Il seguente video è stato girato dal Sig. Alfredo Riboni, e dimostra come si effettua il rinvaso di una Phalaenopsis.
I passi per trapiantare una Phalaenopsis sono:
1. Togliere la pianta dal vaso.
2. Pulirla dal substrato vecchio.
3. Togliere le radici morte.
4. Collocarla nel vaso nuovo. Il vaso deve essere trasparente. Anche se nel video sentite che non è così importante, in realtà lo è; perché solo grazie alla trasparenza del vaso possiamo vedere lo stato delle radici e del substrato e notare gli eventuali problemi appena appaiono, non quando è già troppo tardi.
5. Riempire il vaso di substrato.
6. NON BAGNARE. In pratica l’orchidea ha patito delle ferite durante il trapianto (sono state tagliate alcune radici), e devono chiudersi un po’. Bagnando il substrato facciamo rilasciare alcune sostanze, e dato che non è sterile, alcuni batteri possono tranquillamente entrare nelle ferite fresche, contagiando la pianta. La soluzione è di scegliere per il trapianto un momento quando le radici dell’orchidea non si sono ancora completamente asciugate dopo la bagnatura precedente, cioè, sono ancora un po’ (ma proprio un po’) umidicce. Così non ci sarà bisogno di bagnare immediatamente la pianta, e si può effettuare una bagnatura il giorno successivo, quando le ferite si sono già chiuse. Dopo il trapianto si inumidisce la parte superiore del substrato con un vaporizzatore. Questo innalzerà l’umidità intorno alla pianta, aiutandola a superare lo stress dell’intervento.
Se durante l’intervento sono state tagliate molte radici (più del 40%), l’orchidea avrà bisogno di un certo periodo per generarne nuove e cominciare a riempire il vaso, quindi le bagnature classiche saranno non solo poco efficaci, ma anche pericolose perché porteranno all’eccesso di umidità e quindi al marciume delle radici che per ora sono rimaste intatte. Durante questo periodo di adattamento (un mese, come ha specificato il Sig. Riboni, ma anche due), le bagnature dovranno essere sostituite dalle spruzzature quotidiane del substrato per far entrare solo la quantità di acqua giusta per inumidire la parte “attiva” del substrato, cioè, la parte in cui ci sono le radici dell’orchidea.
7. Collocare la pianta nel suo ambiente abituale.
8. Dopo un mese (o anche due) si può ricominciare con le concimazioni. Personalmente consiglio di utilizzare le dosi più piccole di quella che si vede nel video, al massimo 1/2 della dose indicata sul flacone del concime. Prima di concimare l’orchidea bisogna bagnarla: il velamen (il tessuto esterno che circonda le radici delle orchidee), essendo asciutto, non riesce ad assorbire i minerali immediatamente, e il loro contato prolungato con le cellule dell’epidermide porta alle bruciature sulle radici. Se invece il contatto avviene sul velamen già bagnato, questo assorbe subito le sostanze minerali del concime, e quindi non si posa sulla “pelle” della nostra pianta.
Trapianto orchidea
Abbiamo appena ricevuto il pacco con le nuove orchidee, e la prima cosa che dovrebbe fare un collezionista é travasare tutte le piante. Le orchidee che si trovano davanti a noi sicuramente avranno vissuto tutta la loro vita dentro i loro vasi attuali. Quindi il substrato, essendo ormai vecchio, non contiene più le sostanze nutritive e potrebbe addirittura essere nocivo alle radici della pianta a causa del contenuto alto del calcare accumulato per anni. In questo post descrivo un tipico trapianto che ho fatto alla Hawkinsara Chien Ya Ocean “TM” appena arrivata. 🙂