Cattleya schilleriana
Questa fantastica specie brasiliana di piccole dimensioni è un vero must-have per tutti gli amanti del genere Cattleya. Ci regala le fioriture stupende e non presenta problemi in coltivazione. In natura cresce come epifita o litofita sugli alberi o rocce lungo i fiumi ad un’altitudine di 200-800 metri. È una specie bifogliata, i suoi pseudobulbi raggiungono fino a 14-15 cm, mentre le foglie arrivano a 10 cm in lunghezza.
Classificazione
Famiglia: Orchidaceae Sottofamiglia: Epidendroideae Tribù: Epidendreae Sottotribù: Laeliinae Genere: Cattleya Sottogenere: Falcata Sezione: Guttatae Specie: C. schilleriana
Ciclo vegetativo
In natura il ciclo vegetativo della Cattleya schilleriana è tipico: in primavera escono i getti nuovi, maturano e fioriscono prima di autunno, e la pianta si prepara per il riposo invernale che occorre da dicembre a febbraio. In coltivazione, però, il suo ciclo è diverso. Le crescite nuove appaiono all’inizio della primavera, maturano nel giro di 3-5 mesi (se la luce è adeguata) e subito fioriscono. Il tipico periodo della fioritura è l’estate. Dopo la fioritura l’orchidea produce spesso altre crescite nuove che dovrebbero maturare e fiorire (luce permettendo) prima di dicembre / gennaio. Subito dopo questa seconda fioritura è opportuno imporre un piccolo (1 – 1.5 mesi) periodo di riposo prima dell’inizio del prossimo ciclo vegetativo annuale.
Se la Cattleya schilleriana si “sveglia” tardi e le crescite nuove escono da aprile in poi, è possibile ottenere il ciclo vegetativo naturale, con una sola generazione degli pseudobulbi. In questo caso l’orchidea riesce a passare il periodo di riposo in modo classico, da dicembre a febbraio.
Collocamento
La Cattleya schilleriana può essere coltivata sia in vaso, sia a radice nuda su una zattera. Come vaso si consiglia quello trasparente di plastica, che facilita il monitoraggio delle condizioni del substrato e delle radici. Come substrato si sceglie la corteccia di medie dimensioni (2-4 cm), con una possibile aggiunta di uno strato di sfagno sulla superficie del substrato. Se si decide di coltivarla su zattera, è importante mettere sfagno sotto o sopra le radici dell’orchidea per garantire una riserva d’umidità.
Questa specie non ama avere le radici disturbate, quindi se un trapianto ne provoca molte fratture o perdite, la pianta blocca la sua crescita per un certo periodo, adattandosi alle nuove condizioni. In seguito si potrebbero saltare le fioriture di una o due stagioni. Se le radici dell’orchidea sono in buone condizioni, il trapianto si fa ogni 2-3 anni, per sostituire il substrato ormai “invecchiato”. La procedura si effettua con tanta cura, facendo di tutto per non rovinare le radici. Ovviamente, in caso di problemi all’apparato radicale, il trapianto si fa immediatamente
Nel periodo quando le temperature notturne superano +15°C e quelle diurne +20°C, è possibile portare la Cattleya schilleriana all’aperto in un posto luminoso, esposto al sole (a cui l’orchidea dovrebbe essere abituata prima) ma protetto dalle piogge e dai venti forti.
Temperatura
Durante la fase di crescita (dall’apparizione di crescite nuove fino all’ultima fioritura dell’anno, che potrebbe essere in autunno o già a dicembre), le temperature diurne devono essere di +25-28°C di giorno e +17-20°C di notte. Quando la pianta fa il riposo, le temperature sono +18-19°C di giorno e +12-13°C di notte.
Luce
La Cattleya schilleriana è una specie molto esigente per quanto riguarda l’intensità di luce, e necessita di 45000-50000 lux. Durante la fase di riposo bastano 35000 lux. Il fotoperiodo deve essere di almeno 12 ore. Per coltivare questa specie con successo sono indispensabili gli impianti di illuminazione artificiale, perché la luce naturale spesso non è sufficiente.
Umidità d’aria
Questo valore dipende dal modo in cui coltiviamo la Cattleya schilleriana. Per gli esemplari in vaso vanno bene 50-60%. Quelli a radice nuda necessitano di almeno 70%.
Bagnatura e riposo
Come descritto nella sezione Ciclo vegetativo di questo articolo, lo sviluppo della Cattleya schilleriana prevede un certo periodo di riposo nei mesi invernali, che, però, potrebbe essere difficile da fornirle per la sua abitudine di produrre due generazioni di pseudobulbi all’anno. Il riposo non influenza le capacità dell’orchidea di fiorire ma serve più che l’altro per darle una generica pausa dalla vegetazione. In ogni caso, se l’orchidea ha delle crescite nuove in corso, il periodo di riposo non si fa, perché gli pseudobulbi formati da queste crescite non riusciranno a fiorire se sottoposte allo stress della siccità e le temperature basse durante la loro formazione.
Nella fase di crescita la Cattleya schilleriana si bagna appena il substrato è diventato quasi asciutto. Si utilizza l’acqua a basso contenuto di sali minerali, temperatura ambiente o più calda, fino a 40°. Le orchidee a radice nuda si bagnano 1-2 volte al giorno. Durante il riposo, il substrato deve rimanere completamente asciutto per 5 giorni tra una bagnatura e l’altra, e non dimentichiamo di abbassare le temperature come descritto nella sezione Temperatura di questo articolo. Il riposo finisce con l’arrivo delle nuove crescite dalla base degli pseudobulbi.
Concime
Le concimazioni avvengono solo durante la fase di crescita. La Cattleya schilleriana si concima ogni 3 bagnature con 1/2 della dose indicata sul flacone di un apposito concime liquido per le orchidee. Prima di concimare la pianta è necessario bagnarla per evitare l’effetto nocivo del concime sulle radici asciutte.
Fioritura
La Cattleya schilleriana fiorisce dagli pseudobulbi appena maturati. Le infiorescenze si sviluppano dentro le spate che escono dalla punta dello pseudobulbo. Ogni infiorescenza porta fino a 6 fiori fragranti, fino a 12 cm in diametro, che rimangono aperti fino a 24 giorni.
Dove comprarla
Attualmente questa specie non è reperibile in Italia, ma è disponibile dai venditori tedeschi: Schwerter Orchideenzucht, Orchids & more, ecc. (vai alla sezione Link utili).
Pubblicato il 22 novembre 2014, in Orchidee botaniche, Schede orchidee con tag bagnatura, Cattleya, concime, fioritura, luce, riposo, schilleriana, temperatura, umidità. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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