Phalaenopsis hieroglyphica
Dopo tanti articoli dedicati alle specie difficili, vi presento finalmente una di quelle facili: la Phalaenopsis hieroglyphica. 🙂 Il suo nome è dovuto alla colorazione insolita dei fiori, che assomiglia a dei geroglifici. Questa specie è originaria delle Filippine, in natura cresce in penombra nelle foreste tropicali umide ad un’altitudine di 0-550 metri. In coltivazione non presenta assolutamente nessun problema, è molto gratificante e fiorisce frequentemente.
Classificazione
Famiglia: Orchidaceae Sottofamiglia: Epidendroideae Tribù: Vandeae Sottotribù: Aeridinae Genere: Phalaenopsis Specie: Phal. hieroglyphica
Collocamento
La Phalaenopsis hieroglyphica può stare sia in vaso, sia a radice nuda; io personalmente preferisco il vaso per questioni di praticità. Il vaso deve sempre essere trasparente, così è facile controllare lo stato delle radici e del substrato. Come substrato consiglio il bark (la corteccia) di medie dimensioni. Se decidete di collocare la Phalaenopsis a radice nuda, non bisogna dimenticare di mettere uno strato generoso di sfagno tra le sue radici e la zattera.
Luce
Questa specie è una delle poche che crescono bene sotto la luce ridotta: 9000-12000 lux. Il fotoperiodo però non deve essere corto: la Phalaenopsis hieroglyphica necessità di 11-12 ore di luce come minimo.
Temperatura
Questa Phalaenopsis è decisamente da serra calda. Le temperature ideali sono di 26-28°C di giorno e 20-21°C di notte durante tutto l’anno. Se però d’inverno la luce arriva per meno di 10 ore, bisogna abbassare le temperature di 2-3 gradi.
Umidità dell’aria
Se la coltivate in vaso, non c’è da preoccuparvi nei confronti dell’umidità dell’aria: 50-60% sono più che sufficienti (ma in questo caso sono consigliate le vaporizzazioni sul fusto della pianta). Nel caso la vostra orchidea fosse coltivata a radice nuda, necessità di 70-75% come minimo.
Bagnatura
Le bagnature adeguate sono molto importanti per uno sviluppo corretto della Phalaenopsis hieroglyphica. Bisogna bagnarla appena il substrato si è asciugato bene, ma prima che diventi completamente asciutto. Dato che questa specie non ha alcun periodo di riposo, si bagna nello stesso modo durante tutto l’anno, tenendo presente che in inverno il substrato si asciugherà più lentamente, quindi le bagnature saranno meno frequenti. Però, è anche vero che se la pianta è collocata vicino ai termosifoni, può capitare che si asciughi più in fretta, e le bagnature quindi devono avvenire più frequentemente.
La procedura di come si bagna un’orchidea è descritta nella sezione Tecniche di coltivazione di questo blog.
Nei giorni soleggiati questa orchidea gradisce molto le vaporizzazioni sulle foglie. È meglio effettuarle nella prima parte della giornata, facendo attenzione a non lasciare l’acqua nella rosetta delle foglie (io la tolgo sempre con un fazzoletto di carta). Anche dopo una bagnatura, se l’acqua è finita nel centro del fusto e tra le ascelle delle foglie, e non evapora durante la prossima ora, bisogna toglierla per evitare il rischio del marciume fogliare.
Concime
La Phalaenopsis hieroglyphica si concima ogni 3-4 bagnature, con 1/2 della dose indicata sul flacone di un concime liquido per le orchidee. Nella sezione Tecniche di coltivazione di questo blog troverete tutte le indicazioni su come concimare un’orchidea.
Fioritura
Sotto le condizioni adatte questa specie può fiorire tutto l’anno. Gli steli floreali producono 3-4 fiori alla volta, e quando gli essi appassiscono, ne producono subito altri. Ogni stelo può fiorire per molti anni di seguito, quindi, se al momento non ha più fiori ma rimane verde, non bisogna mai tagliarlo: sarà usato dall’orchidea per le prossime fioriture.
Dove comprarla
La Phalaenopsis hieroglyphica in genere non è difficile da reperire, ma attualmente si trova solo in Germania da Schwerter Orchideenzucht e Orchideen Lucke. Magari tra poco la riavranno anche i rivenditori italiani.
Pubblicato il 28 marzo 2014, in Orchidee botaniche, Schede orchidee con tag coltivazione, orchidea, Phalaenopsis, Phalaenopsis hieroglyphica. Aggiungi il permalink ai segnalibri. 2 commenti.
Capisco non tagliare lo stelo sfiorito quando ci sono dei nodi ancora attivi. Si può accorciare sotto l’ultimo nodo sfiorito?
Certo! 🙂